sabato 9 novembre 2013

Giulia e il lavoro

Dopo due settimane che sono lì cominciano già i disagi.

Ieri il mio turno cominciava alle 18. Tutta gioiosa dopo una giornata di ozio mi dirigo alla fermata del pullman e attendo.
Attendo.
Attendo.
Attendo per trenta minuti.
Alle 18 arriva il pullman. Per fortuna nello stesso bus c'era una mia collega, anche lei in ritardo come me.
Questo perché, due ore prima, ci sono stati due incidenti stradali nella stessa zona, ovviamente quella da dove parte il mio pullman.

E io penso: "Vabè, sono sfigata, pazienza. Andrà meglio prossimamente."

Oggi mi sveglio alle 13 tutta felice di aver dormito undici ore. Mi lavo la faccia, i denti, mi appropinquo alla porta per andare in cucina a mangiare quando il mio telefono suona: è il ristorante. "Strano, cosa vogliono da me?"
Rispondo. 
"Hey."
"Hey."
"Hey."
"Giulia?"
"Yes."
"Are you ok?"
"Yes, why?"
"You were supposed to work today at lunch."

IO GIURO CHE NON LO SAPEVO. Lo giuro. Ieri non avrei fatto serata se avessi saputo che oggi avrei dovuto lavorare. Risultato? Vado fra un'ora, sperando che non siano arrabbiati e non vogliano ricoprirmi di insulti.

Ma perché sonocosì sfigata?

Giulia

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